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Come si perviene al giudizio di idoneità alla mansione al lavoro

Che cosa si intende per idoneità alla mansione?

Un lavoratore si definisce idoneo alla mansione quando è in grado di svolgerla nel pieno delle competenze fisiche ed intellettive.

L’idoneità oggi non è più considerata, come in passato, sulla base del generico posto di lavoro, ma si considera rispetto alla mansione specifica che il lavoratore è chiamato a svolgere.

Ciò richiede che il medico competente del lavoro abbia una conoscenza adeguata del settore specifico per cui viene richiesta la sua consulenza. Il medico, dopo una valutazione attenta, deve consegnare una relazione scritta al datore di lavoro, unitamente alla cartella sanitaria e di rischio del singolo dipendente.

Tipologie di giudizi che il medico del lavoro può esprimere

Il medico del lavoro chiamato a valutare l’idoneità alla mansione del lavoratore può giudicarlo secondo quattro esiti (non sono ammesse diciture diverse):

  • idoneo;
  • idoneo parzialmente (con limitazioni e prescrizioni);
  • non idoneo permanente;
  • non idoneo temporaneo.

Il giudizio di idoneità deve sempre essere comunicato per iscritto come ha stabilito in una sentenza la Suprema Corte di Cassazione.
Il lavoratore può proporre ricorso rispetto al giudizio espresso anche nella fase di pre-assunzione, entro trenta giorni dalla comunicazione dello stesso da parte del medico.

Ipotesi di inidoneità al lavoro

Il medico chiamato a giudicare l’idoneità del lavoro potrebbe rilevarne la non idoneità alla mansione.
Il lavoratore che dopo tale giudizio sia licenziato, può decidere di impugnare il giudizio espresso rimettendo la valutazione della correttezza dello stesso al giudice. Quest’ultimo può confermare o negare il contenuto del parere espresso dal medico.

Tuttavia, l’inidoneità alla mansione comporta, in taluni casi previsti dalla legge, come alternativa al licenziamento, il cosiddetto demansionamento. Si tratta della collocazione ad una mansione inferiore (se disponibile), anche in altre sedi dell’azienda.

Come elaborare il giudizio di idoneità alla mansione lavorativa

Innanzitutto, al medico competente del lavoro spetta il compito di determinare i fattori di rischio: in primis, occorre elencare quelli che sono i rischi presi in considerazione dalla legge, ove la mansione ne presenti alcuni.
Non devono essere elencati i cosiddetti rischi under level, cioè sottosoglia. Ad esempio, un lavoratore a contatto con onde elettromagnetiche deve essere avvertito del rischio ove l’esposizione superi la soglia consentita ai fini della sicurezza e non viceversa.

Ad esempio, se ci si riferisce ad una mansione particolarmente faticosa, parlare di una postura sbagliata o non congrua non ha alcun senso, perché la legge non prende tali ipotesi come fattori di rischio.

Inoltre, il giudizio di idoneità, come accennato sopra, è il frutto di una visita medica. La visita può essere richiesta in via preventiva, oppure può essere somministrata al lavoratore periodicamente. È lo stesso lavoratore a poter chiedere la visita anche dopo un periodo prolungato di astensione dalla mansione specifica a causa di malattia. Tale richiesta può essere inoltrata dal lavoratore solo se l’astensione per malattia si è protratta in maniera continuata per un periodo di almeno 60 giorni.

Nel caso in cui si verifichi la necessità di effettuare accertamenti ulteriori, il medico del lavoro non è legittimato a scrivere che il giudizio è stato sospeso in attesa che vengano effettuati gli esami prescritti al lavoratore. Può darsi il caso che venga domandato al lavoratore di presentare un’ulteriore e pregressa documentazione di tipo sanitario. In questo caso il giudizio verrà posticipato al momento in cui il lavoratore sarà, effettivamente, in grado di fornirla in toto.

Il medico incaricato della visita sul lavoro si deve assicurare che il giudizio giunga al lavoratore affinché questo metta la firma. Se il medico non riceve la copia con la sottoscrizione del lavoratore, non può avere certezza dell’avvenuto recapito: questa firma è particolarmente importante perché, dal momento della ricezione, il lavoratore ha a disposizione solo 30 giorni per effettuare ricorso contro il giudizio del medico del lavoro.

Il giudizio di idoneità è considerato dato sensibile ed in quanto tale esso viene protetto dalle norme vigenti in tema di privacy. Esso non può contenere i dati sanitari ma comunque fornisce informazioni circa lo stato di salute del soggetto, perciò non può che coinvolgere solo i soggetti considerati legittimati.

Il giudizio di idoneità deve sempre essere confermato da esami dotati di validità scientifica e deve quindi sempre essere supportato da documenti a dimostrazione di quanto dichiarato. Ciò comporta che non sono sufficienti se semplici dichiarazioni del lavoratore.